Tanto di cappello!
Da oggetto quotidiano attorno al 1750 alle creazioni design di oggi
20 ottobre 2018 - 7 aprile 2019
Attualmente il cappello sta vivendo una seconda giovinezza. Sempre più rinomati stilisti di moda ampliano le loro collezioni con modelli di cappelli e artisti di tutto il mondo danno nuovi impulsi al copricapo. L’esposizione speciale offre da un canto alle visitatrici e ai visitatori un breve percorso attraverso la storia del cappello mentre dall’altro mostra le creazioni di celebri designer e creatori di cappelli contemporanei. Tutti i pezzi potranno essere ammirati in questa forma soltanto in quest’esposizione a Basilea.
Foto dell’esposizione speciale
Gli oltre cento cappelli da donna, bambino e naturalmente uomo illustrano le tendenze della moda degli scorsi due secoli. Il 21° secolo con le sue creazioni straordinarie e stravaganti è rappresentato da 69 artiste e artisti di 17 Paesi e oltre 120 cappelli. Fra questi spiccano i modelli di John Boyd, che tra l’altro aveva tra le sue clienti Lady Diana, oppure le creazioni di Stephen Jones, lo stilista preferito da Rihanna, Katy Perry o Mick Jagger, i cui cappelli si trovano nei maggiori musei del mondo come il Metropolitan Museum of Art di New York o il Louvre a Parigi, per menzionare solo due mostri sacri di questa eletta schiera d’artisti.
Se gli accessori sono considerati la ciliegina sulla torta dell’abbigliamento, il cappello ne è il tocco da maestro. Si tratta di un ornamento stravagante, scelto consapevolmente, per l’uomo e la donna. Un cappello dà subito nell’occhio e attira gli sguardi. Indossare un cappello è una decisione intenzionale mirante a emergere dalla massa. Per cui: Tanto di cappello!
Ovviamente il cappello serve anche a proteggersi dal freddo, dalla pioggia, dal caldo o dal vento. Non di rado, tramite il cappello veniva manifestato un dato orientamento politico oppure fungeva da simbolo di potere e appartenenza. Il cappello non è quindi solo un copricapo ma anche un messaggio. Storicamente era significativo osservare chi si scopriva il capo davanti a chi esibendo così la propria impotenza e inermità. Togliersi il cappello al saluto era un tempo una riverenza resa solo da chi era di ceto inferiore all’appartenente a un ceto superiore. Il cappello era anche l’insegna di determinate categorie professionali, come il cilindro e la bombetta, ma anche berretti e caschi.
Per le donne, il fatto di coprirsi il capo assumeva un’altra funzione. In questo modo la donna segnalava ad esempio se era sposata o nubile. Le donne maritate indossavano cuffie che significavano la sottomissione al marito. Inoltre, le donne erano tenute a coprirsi i capelli. La grande varietà di cappelli da donna è il frutto della volubilità delle mode, come ad esempio i piccoli copricapo in bilico attorno al 1860/70 su acconciature sempre più importanti con boccoli e trecce, sulle quali presero a troneggiare dall’inizio del Novecento cappelli davvero imponenti.